Torna la festa di San Martino

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Rinasce in una notte d’autunno una delle tradizioni più amate dai soveratesi che ritrovano la festa di San Martino in un’edizione che la riporta agli antichi splendori. Un evento che segna l’inizio di un nuovo corso, tenendo a debutto la nuova organizzazione della Pro Loco e l’avvio di una nuova e più matura fase di promozione del territorio. 

Il neo presidente Giuseppe Chiaravalloti porta a casa i consensi e il risultato del numero importante di presenze che riporta la città di Soverato indietro nel tempo quando la festa della svinatura era occasione per eccellenza di condivisione e goliardia. A farla da padrona nel “capodanno agricolo soveratese” è la ricerca delle tipicità locali dal vino, alle zeppole, ai primi e secondi cucinati dagli chef dell’Istituto alberghiero con le ricette della tradizione locale. E ancora, ad arricchire l’offerta, gli stand per promuovere non solo le cantine calabresi, ma anche i prodotti di punta come il miele di Amaroni, le nocciole di Cardinale, le castagne di Petronà in un’assaggio delle nuova rete che chiama a raccolta oltre 40 associazioni, per invertire la rotta di una crisi economica da cui potrebbe tirarsi fuori la produzione locale, ancora sostenibile in termini economici. 

Ecco allora che la festa dalla tradizionale via San Martino si estende nei vari quartieri in un percorso itinerante segnato dai giganti di Taurianova, statue danzanti guide d’eccezione della giornata. 

<<Una evento importante- il commento del sindaco Daniele Vacca- che ha riportato Soverato a essere punto di riferimento per il comprensorio in una festa che si era spenta negli ultimi anni. É doveroso ringraziare la Pro Loco e tutti i volontari che hanno lavorato per realizzarla>>. In tutto 25, sottolinea il presidente della Pro Loco già al lavoro per il cartellone di eventi natalizi. E tra festeggiamenti e 

socialità, nella rievocazione di San Martino trova spazio anche la discussione attorno l’origine della festa e ancor più dell’omonima via in cui si svolge da anni. A provare a dare una risposta  è stato negli anni scorsi lo storico Ulderico Nisticò

che lega la toponomastica a una denominazione ottocentesca in cui non si esclude che la scelta di creare via San Martino si fosse legata a un omonimo monastero che si trovava proprio nel territorio tra Soverato e Squillace.