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Soverato a rischio il servizio di patologia clinica

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Dipendenti in agitazione nell’ospedale di Soverato da cui si denunciano le criticità ancora presenti in un inizio estate particolamente difficile. A descrivere la situazione è il referente di Nursind Filippo Forti che segnala le difficoltà presenti in molti reparti del nosocomio di riferimento per tutta l’area ionica catanzarese. Si parte da quello di Patologia clinica il cui personale è ridotto all’osso. <<Il servizio di patologia clinica del presidio ospedaliero di Soverato- esordisce Forti- esegue giornalmente una mole di lavoro importante portata avanti da un esiguo numero di lavoratori. Parliamo di esami ematici per i degenti interni suddivisi nei reparti di ortopedia, medicina, chirurgia, ostetricia, pediatria, dialisi; prestazioni ordinarie come i monitoraggi terapeuti o per controllare l’andamento clinico dei pazienti, ma anche prestazioni in urgenza anche se queste ultime vengono usate molto spesso impropriamente. A questi compiti si aggiungono quelli per le unità operative di oncologia, i day ospital di medicina, e i day service di chirurgia o ostetricia e infine le urgenze di Pronto soccorso che rappresentano il 70% del totale. Il servizio però esegue anche esami per i pazienti esterni autonomi da tutto il comprensorio catanzarese per un totale di 60/80 pazienti al giorno, a cui si aggiungono quelli che eseguono i prelievi consegnati dagli infermieri esterni quotidianamente. Come se non bastasse un ulteriore carico di lavoro si lega all’analisi dei prelievi provenienti dai poli sanitari dell’ASP di Catanzaro e precisamente da Badolato, Soverato, Girifalco, Squillace, Botricello, Borgia, Taverna, Tiriolo, Catanzaro Lido, Via Acri, dalla casa circondariale di Siano, Sersale e Chiaravalle, per un totale di 250-300 al giorno. A tutto ciò che rappresenta l’ordinario, si aggiungono le urgenze del pronto soccorso che per ogni accesso fa corrispondere inevitabilmente un prelievo ematico inviato al laboratorio. I pochi lavoratori che si fanno carico di tutto ciò non soltanto devono espletare le determinazioni richieste, ma anche supplire alle inadempienze dei poli afferenti che- continua Forti- spesso non etichettano in maniera adeguata i campioni. Tutti questi processi vengono effettuati da 2 unità lavorative al mattino e 1 di notte in cui ruotano 6 unità totali che coprono lo stesso lavoro che negli anni passati era portato avanti da 16 lavoratori; un numero più  congruo per  per scongiurare gli errori e il Bornout, le sindromi ansioso depressive che affliggono tutto il personale>>. La lunga analisi si affianca agli altri problemi che continuano a esistere: <<L’ortopedia-incalza Forti- da novembre non ha riattivato le reperibilità notturne e festive e lavora  con soli 4  infermieri che servono sala gessi e sala operatoria e 4 medici di cui 1 impossibilitato per motivi di salute a entrare in sala operatoria;  la terapia sub intensiva non è mai stata aperta nonostante i locali siano ultimati e infine il blocco operatorio ancora non è stato riattivato nonostante da un anno vi sia una posizione organizzativa nominata per gestirlo. Abbiamo visto tanti politici recarsi nel nostro presidio e spesso rivolgere appelli accorati per la riapertura del punto nascita. Retoricamente però chiediamo se sia realmente questa la priorità a fronte della situazione descritta>>. 

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