Due artisti eccezionali, insieme per la seconda volta. Stefano Bollani e Trilok Gurtu vestono i panni di due contemporanei “pifferai magici” trascinando in una poesia musicale il pubblico di “Armonie d’Arte festival”. La nuova tappa della kermesse musicale, che porta la firma di Chiara Giordano alla direzione artistica, fonde, in un mix perfetto, l’arte dei due grandi maestri con lo scenario unico del parco archeologico nazionale di Scolacium che il festival per primo ha valorizzato come location musicale, facendovi approdare all’interno artisti di fama internazionale. Una cornice naturale d’effetto e un’esibizione che fa storia: il pubblico che ha fatto registrare in pochi giorni il sold out comprende di essere parte di qualcosa di unico fin dalle prime note di “Easy Healing”, il brano di Bollani tratto dall’album “Joy in Spite of Everything” uscito nel 2014, che apre lo spettacolo seguito da “Take Five” di Dave Brubeck, “Radici”, ancora di Bollani, per poi continuare con “Balato” di Trilok Gurtu.
Un gioco di improvvisazioni che fonde ritmi orientali e occidentali in un racconto musicale che non si contraddice mai, diventando colonna sonora di luoghi senza tempo con eleganza ed energia. Si costruiscono paesaggi sonori per uno spettacolo di cartello in cui si dispensano invenzioni ritmiche di due artisti dalle estrazioni sonore diverse, ma egualmente affascinanti.
Lo spettacolo esalta la mimica, la fisicità e insieme la raffinatezza dei due maestri che giocano e reinventano costantemente la loro musica, che non si dividono il palco ma lo “abitano” in un’intesa perfetta per un’esperienza di cui nessun racconto può restituire l’emozione. “È la seconda volta che suono con Triluk- spiega Stefano Bollani- in uno spettacolo in cui abbiamo riproposto i nostri brani in chiave diversa accostandoli a grandi successi reinventati in un gioco di improvvisazione. Tutto in una location capace di ispirare, in cui tornerei a suonare un’altra decina di volte”.
“Tantissima arte a livelli altissimi- il commento della direttrice artistica Chiara Giordano- il pubblico, la critica, l’identità del festival e l’ascolto di questa terra si esprimono bene in serate come questa. L’arte deve essere portata, capìta, raccontata in un’amalgama per uomini, donne persone, che siano in grado di diventare una comunità. Arte e cultura sono i baluardi contro le nuove e antiche barbarie”.