Si riaccendono i riflettori sul borgo storico di Staletti, che torna al centro dell’attenzione mediatica per un nuovo sequestro delle pompe di sollevamento da parte del personale della guardia costiera di Soverato. A distanza di nove mesi dall’ultimo intervento, gli impianti risultati non funzionanti a maggio 2024 sono stati messi di nuovo sotto sigilli. Sui dispositivi colpiti dal sequestro sono tornati a comparire i medesimi cartelli che richiamano l’articolo 321 del codice penale, il quale consente il sequestro di beni che, se lasciati a disposizione di chi potrebbe aver commesso un reato, possono costituire un pericolo. “Non ho ancora contezza dalle situazione-il commento del sindaco Mario Gentile- ma dopo un evento alluvionale è comprensibile un mal funzionamento del sistema”.
Nessun ulteriore dettaglio sullo sviluppo della questione rispetto al sequestro avvenuto nove mesi fa, quando aveva convocato una conferenza stampa per chiarire il problema. Durante quell’incontro, Gentile non aveva negato l’esistenza di criticità nel sistema di pompe, ammettendo di essere a conoscenza dei problemi e riconoscendo l’errore di non averli denunciati precedentemente. Aveva così evidenziato che alcune pompe risultavano mancanti, altre non funzionanti e altre addirittura assenti, ribaltando le responsabilità ai suoi predecessori.
Nel tentativo di risolvere la situazione, il sindaco aveva annunciato di aver ottenuto dalla Regione un finanziamento di 160 mila euro, uno dei più alti concessi ai Comuni costieri, per i lavori di miglioramento degli impianti. Lavori, appaltati il 10 giugno, che avrebbero dovuto garantire il necessario rinnovamento delle pompe. Il recente sequestro, peró, ha sollevato interrogativi sull’efficacia delle misure adottate.