Questo contenuto è disponibile solo per gli associati
L’ex sindaco Ernesto Alecci non ha fatto mai mistero del rischio default per il Comune di Soverato, ma sembra esserci qualcosa di non detto né analizzato nei conti comunali dell’ente che toccherà ora al suo successore Daniele Vacca affrontare. La patata bollente passa nelle mani del sindaco che lunedì prossimo in consiglio comunale sarà chiamato a relazionare sulla situazione emersa dopo le osservazioni della Corte dei Conti che ha passato al setaccio le operazioni finanziarie del Comune da lui oggi amministrato, prendendo in esame il periodo compreso tra il 2015 e il 2020.
Il momento della verità sulla passata gestione che porta la firma dell’ex responsabile Paolo Macrina sembra essere vicino e con esso diventano più concrete le possibilità di valutare la capacità di evitare quel dissesto invocato negli ultimi decenni da tutti i gruppi di minoranza, ma mai proclamato da nessuno dei sindaci o commissari prefettizi che si sono alternati al Governo del Comune. La strada intrapresa è stata quella di un piano di riequilibrio che non ha precluso però agli organi competenti il sindacato e la verifica degli equilibri di bilancio, su cui, ci sarebbe qualcosa di poco chiaro. Dall’analisi dell’organo di revisione emergerebbe tra le altre una difficoltà di smaltimento dei debiti di funzionamento, sopratutto quelli relativi ai servizi essenziali dovuta alla scarsa attività di riscossione delle entrate proprie.
Per comprendere la situazione sarà necessario ricostruire tutto ciò che è avvenuto nel Comune di circa 9 mila abitanti che si è avvalso fin ora di una procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, che permette e disciplina un percorso di riequilibrio del disavanzo finanziario o dei debiti fuori bilancio, alternativo alla procedura di dissesto. Tutto parte nel 2013 con la prima delibera a firma dell’allora commissaria Maria Virginia Rizzo, che venne poi bocciata dalla Corte dei conti che aveva bollato il Piano come non congruo. Il Comune presentò un ricorso che venne rigettato ritenendo che il Piano si fosse basato per la maggior parte su previsioni di maggiori entrate immotivate e quindi troppo incerte. Nel 2014 il consiglio comunale del primo governo Alecci approvò un nuovo piano di riequilibrio pluriennale, poi oggetto di ripetute rimodulazioni, la prima con la delibera del Commissario Salvatore Mottola di Amato, salito alla guida del Comune dopo la “caduta” del primo governo Alecci, e una seconda con nuovamente Alecci alla guida del Comune che rivede il Piano anche nel 2016, 2017 e 2018. Si arriva al 2022 quando arriva alla Corte dei Conti un ultimo piano riformulato. Nel frattempo però si torna alle urne e con l’elezione di un nuovo governo cittadino con a capo Daniele Vacca e si concede un’ulteriore possibilità di revisione del Piano alla nuova amministrazione, prevista per legge nel caso in cui non “risulti ancora intervenuta la delibera della Corte dei conti di approvazione o di diniego del piano di riequilibrio”. Sarà probabilmente però l’ultima, e sarà subordinata alla risoluzione entro 60 giorni di tutte le problematiche emerse.
