Per la prima volta approda all’interno della villa comunale di Soverato ed è un successo. L’”Azzurro Food Beer Festival” riunisce migliaia di appassionati che, nella quattro giorni di eventi, ha accolto l’invito a intraprendere un viaggio tra i sapori delle varie regioni del Sud Italia.
Organizzato dall’associazione “Eventi solidali ets”, il festival ha mantenuto la promessa contenuta all’interno del suo slogan di proporre “un perfetto connubio tra genuinità e bontà”. Si conferma il trend di crescita del cibo di strada ormai icona dei tempi moderni. Negli ultimi anni, chef stellati e guru del culinario ne hanno abbracciato la cultura, rendendo il cucinare “on the road” un simbolo di qualità, praticità e innovazione.
“Rispetto alle edizioni passate- spiega Pina Sabato- quest’anno la prima novità è stata quella della location. Ci siamo trasferiti all’interno della villa comunale in cui si sono posizionati i colorati truck di street food. Le proposte culinarie hanno offerto ai visitatori un viaggio tra i dolci e i fritti siciliani, il caciocavallo beneventano, i salumi calabresi”.
Tra le curiosità che più hanno sedotto i turisti lo stand spagnolo e quello dedicato al fast food a chilometro 0 proveniente da Crotone, che punta tutto sul pulled pork tra i piatti più graditi dell’edizione 2024. Per ciò che riguarda l’artigianato locale, a Soverato si sono dati appuntamento gli artisti locali più originali tra i quali hanno trovato posto quelli che hanno dedicato la loro arte alla passione per Catanzaro con la riproduzione dell’iconica aquila ridisegnata e riprodotta in vari materiali e dimensioni. Ecco che il simbolo del capoluogo viene proposto in marmo e in bronzo, per dar vita a sculture, calamite, e suppellettili di diverso tipo. Un tentativo di avvicinare Catanzaro alla Provincia in un legame ancora poco saldo agli occhi dei turisti tra il capoluogo e i centri costieri.
Ancora: lavorazioni a mano, tisane, confetture e miele locale. L’idea in più potrebbe essere quella di destagionalizzare la proposta facendola diventare un punto di riferimento dei periodi invernali o primaverili. Un’inversione di tendenza poco scontata considerando che in passato i festival di street food erano approcciati con perplessità dai ristoratori e dagli operatori turistici che vedevano come una potenziale concorrenza l’arrivo degli chef on the road. L’approccio più recedente ha dimostrato invece che la presenza di più proposte diversificate può essere considerato come valore aggiunto per distribuire le presenze anche in zone comunemente non frequentate con risvolti positivi anche per le altre attività private.