Una storia difficile da raccontare perché quando si parla di Scuola e di diritti all’inclusione, la macchina organizzativa che appare teoricamente definita, inciampa nelle piaghe di una burocrazia sempre troppo lenta.
A far emergere l’ultima stortura in tema di diritti ai bambini disabili è mamma Irene, la madre coraggio di Soverato che negli anni scorsi era balzata alle cronache per la dura lotta ingaggiata con l’ex dirigente dell’istituto comprensivo frequentato dal figlio, che si era opposta all’ingresso del terapista Aba nella sua scuola. Da allora di acqua ne è passata tanta sotto i ponti, con pagine belle e meno belle che si sono sovrapposte. L’ultima è stata scritta oggi, quando la mamma è tornata a denunciare la mancanza di un’assistente alla persona per il proprio figlio che dall’inizio dell’anno scolastico la costringe a intervenire in prima persona nei casi di necessità fisiologiche.
“Oggi l’ultimo episodio- spiega mamma Irene- in cui sono stata chiamata a fare il mio ingresso a scuola trovando mio figlio in condizioni indescrivibili. Una situazione non più sostenibile che ho deciso di rendere pubblica a nome di tutti i genitori che come me si trovano a dover affrontare situazioni simili e rivendicando direttamente i miei diritti anche con il Comune di Soverato”. Il tentativo è quello di arrivare a una soluzione e di individuare delle responsabilità, come spiega l’avvocato Eliana Corapi che da anni segue la madre soveratese nelle sue battaglie: “I bisogni del bambino erano noti alla scuola- spiega l’avvocato- e sarebbero dovuti essere considerati fin dal primo giorno di frequenza, senza costringere la madre a sostituirsi all’assenza di un assistente alla persona. Se ci sono delle responsabilità si appureranno con i metodi consentiti dalla legge, non si doveva arrivare a questo punto”.
Le mani legate dei dirigenti scolastici
Una questione complessa che chiama in causa il ruolo dell’istituzione scolastica che, dal canto suo, ha già pubblicato il bando per la selezione che segue i tempi necessari per ottenere una copertura economica che è la Regione Calabria a dover garantire in tempo per l’avvio dell’inizio delle lezioni con fondi che, però, non sono stati accordati con la puntualità necessaria. E in questo l’istituto ha poco margine di scelta, senza risorse alternative, all’interno di un’autonomia che non è completa. Le scuole infatti non possono assumere direttamente il personale di cui hanno bisogno, rimanendo ingabbiate in un sistema in cui non dettano neppure i tempi degli ingressi delle figure ormai necessarie negli istituti che sono alle prese con problematiche sempre più grandi.
Una situazione che accomuna la scuola di Soverato a molte altre della Calabria. Ad arrivare in ritardo non sono infatti solo gli assistenti alla persona, ma anche gli educatori ancora attesi negli istituti della provincia. Tutto senza dimenticare la grave carenza di insegnanti di sostegno che per i bambini con disabilità certificata che frequentano il tempo pieno vengono riconosciuti solo per 22ore su un tempo scuola di 40.
Un tema poco discusso all’interno dei tavoli istituzionali, che lascia i dirigenti nella loro solitudine e i genitori nel comprensibile sconforto.
La soluzione prospettata
Nella storia soveratese c’è però un lieto fine e a scriverlo è il Comune del sindaco Daniele Vacca che con una delibera di giunta autorizza l’ingresso di un assistente alla persona a partire dalla giornata di domani che rimarrà a scuola fino a quando non saranno ultimate le procedure avviate dall’istituto.