Una lotta non scontata quella dell’ospedale di Soverato per avere uno spazio religioso dedicato ai fedeli che, nei momenti di sofferenza, hanno bisogno di curare l’anima oltre che il corpo. Dopo anni di attesa, arriva ora l’inaugurazione della nuova cappella che trova posto all’ingresso del nosocomio.
Uno spazio dignitoso in cui vivere la propria fede cristiana, durante i momenti di difficoltà quando forse c’è più bisogno di sentire la vicinanza dell’incontro con Dio. Si riassume così il significato di una giornata storica in cui è l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace Don Claudio Maniago a presenziare l’apertura della nuova realtà, incrociandola con una visita pastorale all’interno dei reparti.
Una mattinata di intensa e significativa partecipazione durante la quale Mons. Maniago, accompagnato da don Vincenzo Iezzi, cappellano e direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute, ha visitato gli ammalati dei reparti del nosocomio, soffermandosi e pregando con loro. Presenti per la speciale occasione anche il sindaco della cittadina ionica, Daniele Vacca, il direttore amministrativo, dott. Giuseppe Luca Pagnotta e il direttore medico del Presidio Ospedaliero, dott.ssa Rita Marasco. All’inaugurazione è seguita la celebrazione Eucaristica alla presenza di don Alfonso Napolitano, parroco di “Santa Maria Immacolata” di Soverato, di Padre Gianmaria, guardiano dei frati cappuccini del convento di Chiaravalle Centrale, del diacono Giuseppe Maugeri e dell’accolito Simone Samà.
“Ringrazio -il commento dell’arcivescovo- quanti hanno contribuito alla realizzazione della nuova cappella in un luogo pensato per chi cerca conforto nella preghiera, che siano gli ammalati presenti all’interno della struttura o i loro familiari, pensando anche al personale impegnato nel servizio a sostegno delle persone fragili e sofferenti. Chi vive una fede cristiana non può che avere per questi luoghi una particolare attenzione. Nei luoghi in cui si soffre è necessaria non solo una cura medica, ma anche dello spirito. Questo è un luogo di segno, speranza e conforto: il mio augurio è che questo luogo sia un segno di presenza di un Dio che si ha bisogno di cercare e di incontrare nei momenti più bui della vita”.