Sarà un esame autoptico a stabilire le eventuali responsabilità della morte di un uomo durante un esame diagnostico, avvenuta ieri intorno a mezzogiorno nell’ospedale di Soverato. A fornire da subito una prima ipotesi é la stessa azienda sanitaria che gioca d’anticipo e dirama un comunicato in cui rende noto il decesso “per un evento avverso” connesso a un grave shock anafilattico. Ciò che si é appreso dopo, é che il paziente, ricoverato in chirurgia da giorni per accertamenti, ha manifestato i sintomi di un’allergia dopo la seconda iniezione del liquido di contrasto utilizzato per effettuare una Tac. Un mix in cui frequentemente si utilizzano bario e iodio per alterare il contrasto di un organo rispetto allo sfondo in modo da rendere più visibile gli organi. Per poter sottoporre un paziente a questo tipo di esame, è necessario ottenere un consenso informato che il paziente pare avesse firmato. Ci sarà ora da comprendere se il paziente avesse comunicato un’ipersensibilità allo iodio e se avesse comunicato elementi utili ai medici per giustificare una profilassi preparatoria che ancora non è noto se sia stata o meno effettuata.
Le polemiche per la mancanza di un reparto di rianimazione
Il caso riaccende in città le polemiche per la mancanza di una sala di rianimazione che non é chiaro se avesse potuto o meno fare la differenza. Il paziente è infatti stato subito assistito da un intervento degli anestesisti dell’ospedale di Soverato che hanno provato a contrastare l’arresto cardiaco manifestatosi pochi minuti dopo l’iniezione.
Gli elementi di indagine nascoste nelle cartelle cliniche
Toccherà ora agli specialisti incaricati dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, analizzare la cartella clinica dell’uomo per controllare se al suo interno vi fossero tracce di patologie che rendessero controindicato l’esame diagnostico come una ipersensibilità allo iodio, insufficienza renale o cardiaca o una grave gammopatia, come ad esempio il mieloma multiplo che, rilasciando elevate quantità di proteine nel plasma, costituivano fonti di rischio e avrebbero potuto fare optare per altre soluzioni. © Riproduzione riservata
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