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Soverato, la complessa narrazione del Giardino Santicelli: il presidente di Pro Soverato risponde alle accuse

Ci sarebbe un’altra faccia della medaglia nel polverone intorno all’orto botanico di Soverato, alzato dal Comitato Pro Santicelli, nato per chiedere la restituzione dello spazio verde alla città. A mostrarla il presidente dell’associazione “Pro Soverato” vincitrice, ma anche unica partecipante, di un bando nato proprio sulla proposta di Pino Procopio, conosciuto per essere un cittadino attivo della cittadina, organizzatore di numerose iniziative e di apprezzate installazioni in città. “Tutto parte- spiega Procopio- dal momento in cui rientro dall’Australia e, ispirato da quanto visto all’estero, inizio a sognare di dare una nuova vita a uno spazio pubblico fino ad allora mai adeguatamente valorizzato. Come avviene in altri giardini botanici, mi sarebbe piaciuto realizzare degli eventi per rendere vivo lo spazio e trarne anche fondi per una manutenzione costosa in termini economici. Un punto ristoro, un teatro all’aperto e tutto ciò che potesse servire da appoggio per far vivere un posto magico ai cittadini. Chiedo di poter avere la gestione e ne scaturisce un bando; con il pensiero di chi ha un’idea e teme che poi qualcun altro la possa fare sua vincendo un bando aperto a tutti, ho atteso che venisse redatto e ho presentato la domanda”. All’apertura delle buste Procopio scopre di essere l’unico partecipante e con entusiasmo si vede assegnata l’area. 

Il progetto del Giardino Botanico 

“Il progetto prevedeva- continua Procopio- di lasciare di libero accesso il percorso botanico, il playground per i bambini e di realizzare alcune attività come un parco avventura, spettacoli ed eventi tramite un ticket di ingresso; garantendo l’accesso dalle 8.00 alle 19.30 e in alcuni giorni anche dalle 6.00 del mattino. Nel progetto c’era anche la realizzazione di un ponte pedonale per collegare i due lotti del Santicelli, una raccolta di acque piovane, la creazione di un accesso dal mare tramite salite in materiale amovibile, un punto ristoro e un gazebo multiuso a disposizione dell’amministrazione per la realizzazione di matrimoni civili”. 

A bloccare tutto l’emergenza Covid che ha imposto blocchi e problemi di approvvigionamento di materiali, ma il vero punto critico è arrivato con un esposto che ha fermato i lavori.

L’esposto parlava di cementificazione, disboscamento e bitumazione– continua Procopio- ma dai rilievi dei carabinieri forestali arrivati lo scorso anno, non mi è stato contestato questo. Il mio errore è stato un altro e l’ho commesso per ingenuità. Riguarda un movimento terra fatto per livellare lo spazio in cui si dovevano realizzare gradoni e palco, ma non da altri siti o per altri siti, ma con un lieve spostamento di terra da una parte all’altra del giardino; potevo farlo ma dichiarandolo. Ho commesso un’ingenuità, la legge non ammette ignoranza e me ne assumo la responsabilità. Non navigo sul web e non ho mai visto un post di chi mi attaccava, del comitato in cui ci sono persone che conosco che sono anche amici come Mimmo Commisso, Rosa Alcaro, Oreste Montebello da cui forse mi aspettavo che mi facessero notare l’errore, potevamo parlarne. Paladini della correttezza e della giustizia a cui avrei dissipato ogni dubbio se mi avessero chiesto di farlo. Lo faccio in questa sede. 

Le risposte alle contestazioni 

Si contesta il canone di gestione pari a 1600 euro annui, lo confermo ma a questa cifra bisogna aggiungere il costo di 30 mila euro annui che ci vogliono per la manutenzione. Il Comune non aveva questi soldi da impiegare motivo per cui prima della mia gestione nessuno aveva cura del giardino e nessuno si lamentava della chiusura, mi chiedo in quegli anni dove erano i componenti del comitato. 

Dove erano quando per realizzare la villa comunale si sono tagliati 200 alberi dal campeggio internazionale proprio quando ad amministrare c’erano membri che oggi parlano attraverso un comitato che per una parte ha scopi nobili, ma che forse per una parte cela altri tipi di ragionamenti. Non posso non notare che dietro il comitato ci sono vecchie leve di “Pedalando Volare” e si potrebbe anche pensare di essere davanti la classica lotta di gente di sinistra contro gente di sinistra che amministra il Comune e che è riuscita a realizzare progetti che i politici ambientalisti avrebbero potuto realizzare prima e penso all’area pedonale del corso, al progetto di regimentazione delle acque che ancora non concluso fa notare i primi frutti, il rifacimento della pavimentazione a Soverato realizzata in passato con materiali che non rispettavano l’identità storica di un borgo che oggi si pavimenta con pietre locali, simile al granito di fiume. Mi chiedo dove erano gli ambientalisti quando si è scoperto che i tombini realizzati in prossimità del lungomare erano di fatto inutilizzabili perchè non erano collegati a nessuno sbocco che potesse far defluire l’acqua. E dove erano i componenti del comitato quando nelle zone che hanno i medesimi vincoli paesaggistici dell’orto botanico, in tempi recenti si sono realizzate costruzioni con cemento o muri di sostegno per proteggere proprietà private.  

Sento porgere interrogativi che sono solo parzialmente legati a questioni ambientaliste perché quando si parla di canoni di concessione, destinazioni d’uso e provenienza di capitali per l’orto botanico ho l’impressione che si parli di interessi. Se qualcuno ha dubbi sulla mia persona deve avere il coraggio di firmare una denuncia altrimenti parliamo del nulla”. 

La realizzazione del teatro

Nella realizzazione di un teatro all’interno dell’orto botanico Procopio viene accusato dal Comitato di aver tagliato alberi e siepi. 

“Anche questa- spiega- è un’informazione fuorviante. Nell’area del teatro non c’erano alberi se non un pino tranciato in passato in un modo che non avrebbe favorito la gettata di nuovi rami e una siepe di Pitosforo piantata a suo tempo come protezione dal vento di Tramontana delle piante in crescita, che aveva finito la sua funzione quando la vegetazione era cresciuta. Sono stati avanzati dei dubbi sulla capacità della mia associazione di avere le competenze per mettere mano alla vegetazione, ma quello che è stato realizzato è stato fatto con la collaborazione di un agronomo forestale alla direzione e pianificazione dei lavori che si è occupato sia del progetto di piantumazione di specie adatte al clima che di misure per combattere la siccità e la cura delle piante esistenti”. 

La grossa incertezza

Il giardino botanico non è mai stato posto sotto sequestro, ma l’esposto e le verifiche dei carabinieri hanno portato alla richiesta di una serie di prescrizioni e adeguamenti che hanno portato al blocco parziale dei lavori e comunque al loro rallentamento.  Ora più che mai, la situazione resta complessa, segnata da una narrativa che intreccia passione, ambizioni e accuse, in un contesto politico in fermento.

Intanto la città si divide tra chi dopo anni di abbandono dello spazio verde vorrebbe vederlo rivivere in una formula anche diversa dall’originale e chi vorrebbe lasciarlo incontaminato. 

Il silenzio dell’amministrazione comunale

Sulla vicenda rimane il silenzio dell’amministrazione comunale a cui è stato chiesto un consiglio comunale aperto per discutere del caso. Se infatti l’associazione “Pro Soverato” ha accettato il confronto, si attendono le risposte della parte politica chiamata in causa sull’esternalizzazione della gestione di uno spazio comunque di proprietà pubblica che ha seguito l’indirizzo tracciato dall’allora sindaco Ernesto Alecci, sul cui impulso è stato pubblicato un bando di cui di fatto oggi un comitato contesta l’opportunità.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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