Un workshop per ridisegnare gli spazi sociali cittadini, si svolgerà a primavera ed è l’ultima iniziativa presentata in conferenza stampa a Soverato, all’interno del “laboratorio di rigenerazione interdemografica”. L’idea è di mettere in relazione le diverse categorie demografiche presenti in città per progettare insieme a professionisti del settore, associazioni e privati cittadini la “Soverato del futuro” che tenga conto delle reali esigenze di chi abita il territorio.
“Da sempre i workshop di architettura- spiega il coordinatore Biagio Cantisani ex presidente dell’ordine degli architetti della Calabria- sono momenti di aggregazione di esperti e studenti che lavorano sul territorio attraverso dei processi di integrazione in materia di opere architettoniche, edifici, masterplan che ruotano attorno un tema di riferimento. Questa volta quello che c’è di diverso è il modo di operare che prende spunto dalle problematiche sociali e dell’inclusione, in un processo condiviso che tenga conto di aspetti anche differenti da quelli tecnici. Nel primo incontro realizzato a Soverato abbiamo spiegato quella che sarà l’attività che si farà in primavera con il coinvolgimento di diverse facoltà di architettura che lavoreranno su tematiche che il Comune di Soverato, dopo un’ analisi demografica ci metterà a disposizione”.
A presentare il progetto insieme a Cantisani anche il coordinatore del workshop prof. Isidoro Pennisi e il sindaco di Soverato Daniele Vacca.
“All’interno di un workshop- spiega il sindaco di Soverato- viene trattato un tema fondamentale per il comune di Soverato nel suo ruolo di capo ambito delle politiche sociali come quello della disabilità. Supportati dai dati demografici, ricostruiremo il quadro esatto delle esigenze di chi abita i nostri territori disegnando degli spazi sociali che mettano in relazione le persone. Una nuova concezione urbanistica che fonda le diverse generazioni includendo chi ha disabilità e in cui ognuno lavora per il benessere dell’altro. Un disegno che parte da Soverato, ma che puntiamo a presentare sui tavoli che contano per ottenere i finanziamenti per realizzarlo come progetto pilota che testimoni le buone pratiche della nostra città”.