Qualcosa si muove all’interno dell’ospedale di Soverato e, dopo le segnalazioni del sindacato Nursind, il commissario straordinario Antonio Battistini firma la delibera che detta il cronoprogramma delle operazioni propedeutiche all’apertura del nuovo blocco operatorio.
Dovranno essere concluse entro il 1 gennaio del 2025, data in cui potrà essere operativa la nuova area con le sale operatorie attrezzate per gli interventi dei reparti presenti all’interno dell’ospedale.
Nello specifico il provvedimento struttura il nuovo assetto organizzativo che sarà declinato nel nuovo atto aziendale in fase di predisposizione.
Si parte con il processo di assegnazione degli operatori per delineare funzioni, termini e competenze di chi avrà il compito di rendere più performanti le prestazioni all’interno della struttura soveratese.
Entro il 18 novembre, stabilisce il commissario, dovranno essere portate a termine le predisposizioni dei regolamenti per l’utilizzo delle sale operatorie. Il 22 novembre invece il termine per la presentazione della delibera che dovrà essere adottata entro il 26 novembre. Entro il 5 dicembre saranno individuate le unità facenti parte delle equipe infermieristiche sia nel nosocomio di Soverato che in quello di Lamezia. Cinque giorni dopo si effettuerà l’assegnazione delle singole unità di personale e verrà effettuata l’imputazione delle unità di personale ai corrispettivi centri di costo. Tutte le procedure dovranno essere terminate, conclude il commissario, entro il 31 dicembre. L’assegnazione degli anestesisti sarà invece in carico al direttore dell’unità di anestesia e rianimazione che si occuperà delle sedute anestesiologiche secondo la calendarizzazione che sarà il direttore dell’unità di chirurgia a fissare.
Nel provvedimento non è chiaro se sarà riattivato anche il punto nascita, chiuso dal 2019. A mancare per la riattivazione del servizio non è soltanto un ambiente strutturalmente adeguato a far nascere bambini all’interno dell’ospedale, ma è il personale necessario a farlo funzionare. All’appello infatti mancano ostetriche e infermieri da affiancare ai ginecologi in servizio.