Il mare invaso dal fango, le urla, i soccorsi e poi il silenzio. Soverato torna con la mente a quel tragico 10 settembre del 2000 quando l’esondazione del Beltrame causò 13 morti, molti ospiti di un campo estivo dell’Unitalsi.
“Una ferita mai rimarginata- ricorda il sindaco Daniele Vacca- oggi come negli ultimi 23 anni ci siamo ritrovati per ricordare le 13 vittime di un episodio che deve servire da monito per le generazioni future. Sull’alveo di un fiume un campeggio non ci sarebbe dovuto essere e la natura si è ripresa quello che l’uomo incautamente gli aveva sottratto”.
A presenziare la cerimonia le più alte rappresentanze civili, religiose e militari del territorio, tutte strette attorno la corona deposta dal sindaco Daniele Vacca e dal Prefetto di Catanzaro Enrico Ricci nella cerimonia officiata dall’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago. Con loro anche il Questore Paolo Sirna, il comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro il colonnello Giuseppe Mazzullo, il vicesindaco di Catanzaro Giusy Iemma, e le delegazioni di Unitalsi e Vigili del fuoco.
“Ricordare significa anche richiamare le responsabilità- sottolinea l’arcivescovo Maniago- che sono di tutti noi e non solo delle istituzioni. Ognuno con le proprie condotte determina l’andamento delle cose e anche piccoli gesti possono contribuire ad alimentare cattive abitudini che possono portare, come nel triste evento che oggi ricordiamo, a conseguenze tragiche. Papa Francesco ci richiama insistentemente sul fatto che l’umanità non sappia curare il creato, esortandoci a creare una casa comune che accoglie e non faccia del male”.
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