Montauro elegge il suo nuovo presidente del consiglio. É Antonio Schiavone eletto con 9 voti, vicepresidente è Antonio Destito con 8 voti.
Un argomento che riaccende gli scontri tra maggioranza e opposizione che leggono in maniera opposta il risultato dell’ultimo consiglio comunale. Per i consiglieri di opposizione l’elezione di Schiavone sarebbe avvenuta perchè loro avrebbero votato un inconsapevole membro della maggioranza, ma il sindaco Giancarlo Cerullo afferma che nel risultato ci sarebbe una ferma volontà della maggioranza nella scelta del nome.
“È evidente che l’esperienza di questa amministrazione è giunta al capolinea- il commento dei consiglieri di opposizione Paolo Mattia e Tonino Cerullo- La cosa più dignitosa da fare sarebbe rassegnare le dimissioni. Ormai è palese ciò che denunciamo da mesi: il sindaco non ha più una maggioranza, ma continua questo accanimento terapeutico solo per meri interessi politici, per tagliare qualche nastro nell’anno che precede le elezioni amministrative e cercare di recuperare un gap amministrativo e gestionale che dura da troppo tempo. Tempo nel quale non si è governato nell’interesse della collettività, ma solo per mantenere in piedi l’amministrazione a seconda delle convenienze dei singoli consiglieri. Ma non siamo degli illusi, sappiamo benissimo che il sindaco non andrà a casa, giustificandosi con il presunto danno che l’arrivo di un commissario prefettizio recherebbe al Comune, ma sarà solo una risposta di facciata per non ammettere il fallimento della sua amministrazione.
Noi, che nel 2020 risultammo rispettivamente primo e secondo nella lista, abbiamo già da tempo preso le distanze da questa amministrazione che ha tradito le aspettative della campagna elettorale. È stato un passo doloroso, ma abbiamo preferito la coerenza alla poltrona.Ora ci aspettiamo la solita risposta scomposta del sindaco, che, come da copione, attaccherà sul piano personale, con le solite bassezze a cui purtroppo ha abituato sia noi consiglieri comunali che la cittadinanza senza comprendere alcuna distinzione tra il piano personale e quello politico”.
La replica del sindaco
“In merito alle recenti dichiarazioni delle minoranze sull’elezione del Presidente del Consiglio Comunale, ci corre l’obbligo – controbatte Giancarlo Cerullo, ma anche il piacere, di fare chiarezza, soprattutto per rispetto dei cittadini, ai quali va garantita un’informazione corretta, oltre che una certa dose di realtà.
Cominciamo col dire che il Presidente del Consiglio Comunale eletto è Antonio Schiavone. Schiavone è stato eletto con 8 voti, provenienti dalla maggioranza di cui fa parte con coerenza e responsabilità. A Destito, figura seria e stimata, è stata invece attribuita la Vicepresidenza del Consiglio, con 9 voti. La verità, insomma, è meno spettacolare ma molto più semplice di quanto la minoranza vorrebbe far credere.
Vale poi la pena ricordare, e stavolta con enfasi, che la convocazione del Consiglio è stata richiesta proprio dalla minoranza, con l’obiettivo, tra l’altro, di costituire un gruppo consiliare unico. Una richiesta legittima, ci mancherebbe. Ma ciò che stupisce è che, pur sapendo benissimo di avere venti giorni di tempo (per legge) per elaborare simbolo e documentazione, si siano comunque presentati impreparati, salvo poi ritirare tutto all’ultimo momento con la scusa del “simbolo mancante”. Evidentemente, anche venti giorni non bastano quando manca la volontà (o l’organizzazione).
Ma l’aspetto più curioso, e diciamolo, anche il più tragicomico, è vedere oggi uniti, fianco a fianco, consiglieri che per anni si sono contrastati, punzecchiati, ostacolati pubblicamente, dichiarandosi incompatibili in tutto. E ora, come per magia, siedono dalla stessa parte, uniti da un unico collante: l’opposizione a prescindere. Un’alleanza talmente forzata da sembrare il trailer di una sitcom politica.
Nel frattempo, c’è chi invoca il commissariamento, chi denuncia presunti complotti, chi grida allo scandalo ogni volta che si vota qualcosa. Ma mentre loro si cimentano con il dramma, noi ci occupiamo di cose più concrete: cantieri avviati, progetti finanziati, risposte ai cittadini. È questa, la differenza tra chi costruisce e chi cerca visibilità
Concludiamo dicendo che il confronto politico ci piace – quando è serio, onesto, informato. Ma se il copione è sempre lo stesso e le battute sono scritte male, allora il teatrino perde anche l’effetto comico.
Noi continuiamo con i fatti. Gli altri, se vogliono, possono continuare con la sceneggiatura”.
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