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Esclusivo: Soverato, denunciati tutti i titolari delle concessioni demaniali. Caos nella cittadina

Primi risvolti negativi dei ritardi nel perfezionamento del rilascio delle concessioni demaniali: a Soverato arriva la denuncia a carico di tutti i titolari delle concessioni demaniali, segnalati questa mattina alla Guardia Costiera

E nella città è pronto a scoppiare il caos.

La prima verifica a carico di due strutture cittadine

A determinarlo una prima denuncia a carico di due società che operano all’interno di una delle strutture demaniali sul lungomare di Soverato quella de “Il gabbiano” titolare di una concessione originaria e del “Beerbante” titolare di una concessione derivata. All’interno di un sopralluogo effettuato il 15 marzo, le due società vengono denunciate dai militari operanti per “occupazione abusiva di area demaniale”: il primo caso nella cittadina e in generale in tutta Italia. A evidenziarlo il legale che si esprime per nome e per conto del “Beerbante” l’avvocata Annalisa Pisano che fa emergere un paradosso in cui a rimanere imbrigliata nelle maglie di una normativa confusa e nel disordine connesso alla proroga tecnica riconosciuta dal Comune, ma oggetto di un ricorso al Tar, è la società dei propri assistiti.  

Con un preavviso contenuto, la Capitaneria di Porto- spiega a MoveonCalabria.it l’avvocata Pisano- ci ha avvisato di un sopralluogo all’interno delle strutture il “Beerbante” e “il Gabbiano” per verificare la sussistenza o meno dei titoli concessori abilitanti a occupare le aree demaniali in questione. All’esito del sopralluogo è emerso che tali titoli non erano sussistenti in quanto il Comune di Soverato era in attesa di provvedere al rinnovo delle concessioni, perfezionando una procedura avviata con la delibera di Consiglio che concedeva una proroga tecnica delle concessioni a dicembre 2024. La capitaneria ha provveduto a contestare a entrambi i titolari delle attività gli articoli 1161 e 54 del codice della navigazione. Essendo scadute per legge le concessioni (e questo è un fatto notorio per tutta l’Italia) è chiaro che è impossibile per chi ha controllato non contestare il reato.  Un’occupazione però “sui generis” perché si configura solo per la presenza di beni strumentali che erano stati lasciati all’interno della struttura dopo la sospensione delle attività, interrotte prima del 31 dicembre 2023, data in cui scadevano le concessioni. In attesa che la vicenda si chiarisse, dopo la proroga tecnica concessa dal Comune e il successivo ricorso al Tar, tutto era rimasto fermo, considerando che il contratto dei miei assistiti avrebbe permesso loro di riprendere le attività per un altro anno, qualora il comune avesse accordato la proroga delle concessioni. Nelle more che il titolare originario della concessione ottenesse una risposta alla richiesta di rinnovo per il 2024 pendente al Comune, tutto era così rimasto fermo fino al 15 marzo giorno in cui è avvenuta la verifica dei titoli concessori, che con nostra sorpresa è stata  effettuata solo ed esclusivamente per le due strutture tra cui quella da me rappresentata; mentre  non è  stata disposta in egual modo o “motu proprio” o su segnalazione, sugli altri concessionari uscenti che sono parimenti privi di titolo.

La segnalazione delle situazioni analoghe

Ci siamo chiesti- continua l’avvocato- il motivo e ci siamo preoccupati di segnalare noi, questa volta, all’autorità competente (la Capitaneria) che la situazione in cui ci troviamo è la stessa in cui si trovano gli altri concessionari, ma che, laddove la matassa dovesse sbrogliarsi, i miei assistiti sarebbero gli unici a non aver la possibilità o il titolo di essere ammessi a operare.  Una situazione che vanifica gli sforzi di una società costituita al 75% da under 30 che hanno impiegato le loro energie umane ed economiche in questa attività che rischiano di perdere, senza aver neppure il diritto a essere indennizzati. La giustizia non a caso iconograficamente è rappresentata come una dea bendata: la giustizia non deve far conto di chi ha davanti a sé (che non può per altro vedere), ma deve trattare tutti allo stesso modo. Rappresenta l’imparzialità e l’uguaglianza di trattamento, la giustizia è priva di condizionamenti e di influenze perché compie il suo lavoro senza guardare in faccia nessuno”.

La delibera (in)tempestiva della giunta comunale

Mentre a Soverato il 15 marzo si svolgevano i controlli, in contemporanea in una riunione di giunta l’esecutivo soveratese dettava gli indirizzi al responsabile del servizio per perfezionare le pratiche di concessione pendenti all’interno degli uffici. Una beffa per la società, ma un documento che potrebbe non bastare a validare la posizione dei concessionari dopo il precedente del “Beerbante”, ma questa è un altra storia. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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