l 6 dicembre alle ore 11:00 presso la sede del Liceo alcuni studenti dell’IIS Enzo Ferrari di Chiaravalle C.le hanno dialogato con l’autore Michele Drosi sull’importanza delle politiche volte a tutelare ambiente e territorio, partendo dal libro “La politica di Giacomo Mancini per la difesa del suolo e la tutela del paesaggio”.
L’incontro ha preso il via con le parole del dirigente scolastico Fabio Guarna, il quale ha sottolineato l’importanza di iniziative di tale genere, volte a sensibilizzare gli studenti sui provvedimenti che bisogna prendere in campo urbanistico per la tutela del territorio, argomento, tra l’altro, in perfetta sintonia con alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030.
L’autore, introdotto da prof. Giuseppe Sia e dalla prof.ssa Maria Rosa Luca, ha delineato la figura di Giacomo Mancini, ministro della sanità e ministro del lavori pubblici durante il governo Moro, sindaco di Cosenza tra gli anni Ottanta e Novanta. Grazie a lui è stata approvata la “legge ponte”, che ha dotato gli enti locali di strumenti di pianificazione urbana e ha determinato l’attuazione della “legge 167”. In questo modo sono stati avviati i piani per l’edilizia economica e sociale in diverse città italiane, non solo calabresi, reprimendo anche l’abusivismo.
Il libro di Michele Drosi prende spunto dalla visita di Giacomo Mancini, allora Ministro dei lavori pubblici, in diversi paesi calabresi, tra cui Satriano, in seguito all’alluvione del 1973. Il disastro coinvolse la Calabria ionica e la Sicilia, regioni in cui alla fine si registrarono circa 1500 mm di pioggia: si verificarono innumerevoli crolli e allagamenti, per non parlare delle frane che isolarono parecchi comuni e che interruppero le vie di comunicazione. La statale 106, il tratto ferroviario Reggio Calabria-Catanzaro e parte dell’Autostrada del Sole divennero impraticabili, mentre i collegamenti tra i centri della costa furono impediti da mareggiate, crolli e frane. L’entroterra venne sconvolto da innumerevoli frane e alcuni paesi furono evacuati. Tra Sicilia e Calabria furono devastate terre e infrastrutture e si registrarono 20 vittime, 50 mila senzatetto, 17 mila case distrutte, oltre 900 miliardi di danni. Da qui, Giacomo Mancini pose con forza le questioni riguardanti la difesa del suolo e la tutela del paesaggio.