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“Una chiamata alla responsabilità e all’equità per i Tirocinanti di Inclusione Sociale”: la presa di posizione della CGIL

“Chi sono i Tirocinanti di Inclusione Sociale (TIS)? Se ponessimo questa domanda ai cittadini crotonesi, molti non saprebbero dare risposta. I TIS sono Martino che cura il verde, Pasqualina che ci spiega come prenotare un appuntamento all’ospedale, Armando che ci accoglie all’ingresso del Palazzo comunale, Vladimira che cura gli archivi in modo che ogni accesso agli atti possa andare celermente a buon fine e tanti altri”.
Esordisce in questo modo la presa di posizione di RSU CGIL Comune di Crotone, FP CGIL Area Vasta NIDIL CGIL Calabria CGIL Area Vasta.


“I TIS sono 4.000 donne e uomini calabresi, già in passato rimasti senza occupazione e che oggi – a fronte di un compenso (meno di 700 euro mensili) anche difficile da definire “retribuzione” – ogni giorno lavorano negli uffici pubblici della nostra Regione e contribuiscono a garantire il funzionamento di questi uffici e l’offerta di servizi ai cittadini.
Da anni questi lavoratori, il cui contributo è “invisibile”, ma fondamentale per la comunità, vivono nella precarietà ed attendono risposte concrete. Negli ultimi mesi, gli unici interventi adottati dalla Regione Calabria si sono rivelati parziali e inadeguati: un sostegno economico di 631 euro mensili per accompagnare gli over 60 alla pensione, e per pochi altri una manifestazione di interesse per l’assegnazione di un contributo economico finalizzato alla stabilizzazione nei soli enti che manifestino la volontà ed abbiano la capacità di copertura economica – si legge ancora nella nota – Il risultato? Ad esempio, il Comune di Crotone che, al netto degli over 60 che da questo mese dovranno sopravvivere con quei 631 euro, ad oggi conta 33 tirocinanti, ha annunciato di aver avviato un percorso di stabilizzazione per sole 10 unità – si legga, 10 persone, a volte anche con una famiglia! – da reclutare con rapporti part time. Nessuna garanzia per le altre 23 persone che rischiano di essere abbandonate a un destino di precarietà e incertezza”.


“Per questo motivo il 30 maggio scorso, nel corso di una riunione tenutasi nella sala consiliare del Comune alla presenza del sindaco Voce, del vicesindaco e assessore al personale Cretella e della dirigente del settore Risorse Umane Paturzo, una delegazione della CGIL ha chiesto che la sorte di questi lavoratori venga presa in carico dalla politica a tutti i livelli. In particolare, abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di garantire la massima equità nel primo, imminente processo di stabilizzazione, attraverso la concertazione anche con i sindacati dei criteri di selezione, al fine di valorizzare le specifiche competenze dei lavoratori, contemperando le esigenze legate al fabbisogno degli uffici anche con la concreta possibilità per quelli che non possano essere assunti dal Comune, di essere poi assorbiti da altri enti dotati di risorse per assorbirlo e colmare vuoti d’organico”.


“Consapevoli del fatto che gli enti locali non hanno le capacità economiche per stabilizzare a tempo pieno tutti i tirocinanti, abbiamo inoltre chiesto all’amministrazione comunale di sollecitare, da un lato, l’intervento del governo regionale per avviare con urgenza un percorso di assorbimento in altri enti – non solo locali, ma anche regionali e ospedalieri – e, dall’altro, del governo centrale affinché nella prossima legge di bilancio siano stanziate risorse aggiuntive da destinare ai processi di stabilizzazione occupazionale”, scrivono ancora RSU CGIL Comune di Crotone, FP CGIL Area Vasta NIDIL CGIL Calabria CGIL Area Vasta.


“Riteniamo che l’assunzione di responsabilità della politica a tutti i livelli sia un atto di giustizia nei confronti di queste persone che non possono essere lasciate sole, ma anche un investimento per il futuro della pubblica amministrazione calabrese che non può permettersi di perdere altre risorse umane e professionali”, conclude la nota.

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