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Soverato verso un nuovo modello sanitario: intervista esclusiva a Battistini sul futuro del presidio cittadino

Un nuovo paradigma sanitario, capace di adattarsi alle specificità geografiche, stagionali e demografiche del territorio: è questa la visione con cui il Commissario straordinario dell’ASP di Catanzaro, Antonio Battistini, proietta l’Ospedale di Soverato nel futuro della sanità pubblica calabrese. A poche ore dalla presentazione della bozza dell’Atto Aziendale, Battistini propone una svolta tanto pragmatica quanto necessaria: superare l’immagine di un presidio periferico in difficoltà e riconoscere il ruolo strategico di Soverato nel sistema sanitario del Basso Ionio. Lo fa mettendo in discussione la narrativa del “sottodimensionamento cronico” e portando numeri, organigrammi e progettualità concrete.

Verso un modello di “sanità periodica”

L’idea in più è creare un sistema “bivalente” che sappia distinguere e rispondere alle esigenze delle aree interne durante l’inverno e a quelle della fascia costiera in estate, quando l’utenza quadruplica.

“È una sfida che siamo pronti ad accogliere”- spiega Battistini in un’intervista esclusiva alla nostra testata, sottolineando la necessità di un modello flessibile, supportato da programmazione e monitoraggio dei flussi sanitari stagionali.

Personale: oltre il luogo comune della carenza

I dati comunicati da Battistini parlerebbero chiaro: “al Pronto Soccorso, a fronte di una previsione di 15 infermieri, ne sono attualmente in servizio 20 e a fronte di 6 OSS, sarebbero in servizio 7 unità con l’aggiunta di 3 nuovi arrivi reclutati per coprire le limitazioni di alcuni. In Ortopedia sono invece presenti 6 infermieri e 2 OSS in più rispetto al minimo previsto. La realtà è diversa da quella spesso descritta. Il personale c’è. Il tema è come viene impiegato”. La delibera sull’utilizzo flessibile degli OSS non sarebbe dunque il sintomo di emergenza, ma uno strumento preventivo. Una risposta gestionale calibrata per evitare scoperture in contesti ad alta variabilità operativa.

No al ridimensionamento: chirurgia e ortopedia restano complesse

Battistini smentisce con fermezza le voci su una possibile riduzione del livello organizzativo dei reparti di Ortopedia e Chirurgia, ribadendone il ruolo all’interno della struttura.“Non declasseremo alcun reparto-continua- ma se, pur avendo mezzi e personale, non arrivano risultati, è il primario che si declassa da solo” afferma il commissario in tono chiaro, rilanciando la centralità del merito e dell’efficienza clinico-organizzativa.

Punto nascita e Camera Calda: obiettivi concreti

Sul tema caldo del Punto nascita, la posizione è netta:”Lo abbiamo difeso nell’Atto Aziendale. Soverato riavrà il suo punto nascita”. La conferma arriva in parallelo all’imminente apertura della nuova Camera Calda, con i lavori di completamento previsti per il 23 settembre, in linea con il cronoprogramma ufficiale.

Reparto di Medicina: un’eccellenza a vocazione multispecialistica

Tra le punte avanzate della struttura, Battistini evidenzia il reparto di Medicina diretto dal dott. Benedetto Caroleo, che, pur con dotazioni limitate (20 posti ordinari, 4 di lungodegenza, 2 di Day Hospital), regge il carico clinico dell’intero presidio durante i picchi stagionali.

Nel periodo estivo, il reparto assume di fatto una funzione multispecialistica: accoglie urgenze che non trovano spazio nei centri hub sovraccarichi e assiste pazienti con patologie complesse, prevalentemente epatiche.

“Seguiamo oltre 2.200 pazienti affetti da malattie del fegato – dichiara Caroleo – e 38 persone del nostro comprensorio sono state trapiantate negli ultimi due anni e mezzo grazie alla rete costruita con i centri trapianti nazionali”.

Un dato che fotografa con precisione il potenziale clinico dell’ospedale: capace di gestire pazienti ad alta complessità grazie alla integrazione tra territorio, medicina di base e centri di eccellenza.

L’Ospedale di Soverato, con un modello “periodico” e il presidio di eccellenze operative potrebbe candidarsi a diventare laboratorio di sperimentazione per una sanità più elastica, adattiva e radicata nel territorio. L’ambizione è di rispondere a un bisogno crescente quello una sanità pubblica accessibile, competente e capace di cambiare pelle senza perdere sostanza.

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