La mancanza di iniziative nel cartellone della stagione estiva era il primo segnale che qualcosa non andasse, in pochi però immaginavano che si sarebbe arrivati a portare le vicende interne della Pro Loco di Soverato nelle aule di un tribunale.
Ed è bufera sull’associazione ionica, in cui il Tribunale di Catanzaro con un provvedimento cautelare blocca le elezioni per il rinnovo del direttivo. Al centro del caso accuse di irregolarità statutarie, mancanza di trasparenza e gestione opaca dell’associazione. A denunciare sono il presidente onorario Pietro Melia e la vice presidente Katia Urzino, in un ricorso che contesta la gestione dell’attuale presidente Giuseppe Chiaravalloti.
Il cuore del problema è una gestione definita “dispotica e personalistica” da parte dell’attuale presidente in carica. Tra le accuse mosse dai ricorrenti rappresentati dall’avvocato Girolamo Milioto: il mancato esame di circa 300 domande di nuovi soci, la totale assenza di trasparenza sulle decisioni del Consiglio Direttivo, bilanci mai portati all’approvazione dell’assemblea e perfino l’uso di WhatsApp come unico canale ufficiale di comunicazione interna.
Una corsa alle urne… senza regole
Secondo quanto riportato nel ricorso, l’indizione delle elezioni sarebbe avvenuta senza il rispetto delle più elementari norme statutarie: nessun verbale, nessuna approvazione del direttivo, nessuna pubblicità adeguata dell’evento. Ma c’è di più: il mandato dell’attuale direttivo sarebbe ancora valido fino al 2026, rendendo l’anticipo delle elezioni un’azione, sempre secondo i ricorrenti, priva di ogni base giuridica.
L’elemento che ha fatto accendere la miccia, però, è la mancata deliberazione sulle domande di nuovi soci: 300 persone hanno versato la quota d’iscrizione, ma le loro richieste sono rimaste in un limbo burocratico senza risposta. Un gesto che, secondo le normative nazionali sulle associazioni di promozione sociale, viola il principio di apertura e trasparenza su cui si fonda il Terzo Settore.
Quanto basta per spingere il giudice ad accogliere la richiesta del provvedimento d’urgenza ordinando l’immediata sospensione del procedimento elettorale, in attesa di ulteriori approfondimenti. Una decisione presa in “inaudita altera parte”, ossia senza ascoltare preventivamente la controparte, che evidenza l’urgenza di andare a fondo alle irregolarità denunciate. Il 14 agosto l’udienza per discutere di quanto accaduto, mentre la città attende di comprendere se i tumulti interni porteranno a fratture insanabili o se daranno nuove occasioni di rinnovamento. Il dibattito è aperto, in una vicenda che sembra aver solo cominciato a far parlare di sè.© RIPRODUZIONE RISERVATA