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Soverato, pensionato truffato perde 300 euro. Cresce l’inganno digitale in tutto il comprensorio


Una telefonata, è bastata una telefonata per far perdere a un pensionato di Soverato 300 euro. “Si presentava- spiega- come un consulente della mia compagnia. Parlava con sicurezza, sapeva tutto: il mio piano tariffario, perfino l’importo dell’ultima bolletta”. L’uomo racconta la storia quasi sottovoce, con la vergogna di chi si sente colpevole, ma non lo è. Dietro quella voce calma, però, non c’era un operatore, ma una macchina del raggiro ben organizzata. Una rete che sfrutta tecnologia, psicologia e abitudini quotidiane per trasformare la fiducia in profitto. Negli ultimi mesi, a Soverato e nei centri limitrofi, si moltiplicano i casi di chiamate ingannevoli, contratti non richiesti e messaggi-trappola su WhatsApp e Telegram. È una truffa silenziosa, che non scardina serrature ma entra direttamente nei telefoni e nei portafogli. Dietro voci gentili che si presentano come un consulente della banca, un operatore telefonico o un fornitore di energia, si nasconde sempre più spesso una truffa e negli ultimi mesi sono in aumento le chiamate ingannevoli e i messaggi fraudolenti che mirano a carpire dati personali o a far firmare, a insaputa della vittima, contratti non richiesti. L’inganno digitale cresce su tutto il litorale e si presenta con la proposta di aggiornare tariffe telefoniche, di luce o gas. Il tono è cordiale, le informazioni sembrano precise, ma è tutta una messinscena. La tecnica utilizzata è quello dello “spoofing”: sul display compare un numero reale, quello di un’azienda, di un ente o addirittura della propria compagnia telefonica e la vittima si fida. In pochi minuti, il truffatore ottiene codici di accesso, dati bancari o l’attivazione di nuovi contratti, spesso registrando la conversazione per tagliare e montare frasi che valgono come “consenso”. A segnalare il fenomeno sono sempre più cittadini soprattutto anziani, presi di mira da finti consulenti che usano un linguaggio tecnico e un tono perentorio. Alcuni si spingono persino a chiedere appuntamenti di persona, fingendosi dipendenti di società di servizi: un rischio che può trasformarsi in furto a domicilio. Il problema abbraccia un territorio molto più ampio di quello ionico e, secondo indagini nazionali, nel 2024 quasi 3,9 milioni di italiani sono stati vittime di una truffa o di un tentativo di frode legato alla telefonia fissa o mobile. Il danno medio è di 124 euro per la telefonia mobile e 157 euro per quella fissa, per un totale che sfiora i 628 milioni di euro. La maggior parte dei raggiri parte da finti call center (63,3% dei casi per la telefonia fissa), seguiti da false email, sms e, sempre più spesso, chat su WhatsApp o Telegram. A Soverato  i casi si moltiplicano negli ultimi giorni;  a renderli evidenti le segnalazioni di messaggi-trappola che imitano perfettamente lo stile delle aziende reali. Il più classico è quello del “pacco in giacenza”, ma circola anche la tristemente nota “truffa del parente in difficoltà”: un messaggio da un presunto figlio o nipote con un nuovo numero, che chiede denaro urgente per una spesa o un problema improvviso. Le autorità del posto continuano a lanciare appelli a denunciare perché nonostante la portata del fenomeno, più di un truffato su due non lo fa. Le ragioni si legano alla  vergogna o alla paura di essere giudicati ingenui o, ancora peggio, la percezione che non serva a nulla.

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