“Il disagio psicologico è un fenomeno che affligge un numero crescente di persone, influenzando non solo la qualità della vita di chi ne soffre, ma anche quella di chi gli sta vicino. La crescente incidenza di ansia, depressione e disturbi legati allo stress mentale è ormai un problema globale, con un incremento del 25% dei casi di disturbi psicologici a seguito della pandemia, come rilevato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Ad essere particolarmente a rischio è la salute mentale dei giovani, ed è proprio in questo contesto che emerge l’urgenza di un intervento strutturato da parte delle istituzioni, un intervento che ponga al centro la salute mentale come parte integrante del benessere generale”. È quanto afferma la consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, in merito alla proposta di legge n. 51 sull’istituzione dello “psicologo di base”, la cui discussione in Terza Commissione è in itinere.
“La proposta legislativa, che intende introdurre la figura dello ‘psicologo di base’ nel sistema delle cure primarie, risponde a questa crescente necessità, creando una rete di supporto che avrà effetti diretti sulla vita quotidiana dei cittadini – spiega la consigliera Bruni –. L’intento è quello di favorire l’accesso a trattamenti psicologici precoci, che possano prevenire il peggioramento di problematiche psichiche più gravi e migliorare il benessere complessivo dei cittadini”.
“Ma l’introduzione dello psicologo di base è parte di una visione più ampia di integrazione della salute mentale nelle politiche sanitarie generali. La salute, infatti, non è un concetto unidimensionale, ma comprende anche il benessere psicologico, come sancito dai più recenti decreti e piani sanitari. I benefici di una simile iniziativa non sono solo di natura sociale e psicologica, ma anche economica – sostiene la consigliera. – Gli studi hanno dimostrato che l’integrazione dello psicologo di base con il medico di medicina generale può ridurre l’uso di farmaci inutili, le visite mediche superflue e, soprattutto, le ospedalizzazioni non necessarie. La presenza dello psicologo, insomma, contribuisce a ridurre la durata e la frequenza delle ospedalizzazioni e a limitare gli accessi impropri al pronto soccorso, con un impatto positivo sul carico di lavoro dei medici e sui tempi di attesa per le visite”.
“Una considerazione talmente fondata che è arrivata ieri la notizia della firma di un protocollo d’intesa volto a contrastare il disagio sociale e promuovere il benessere psicologico a livello locale, firmato tra Anci Calabria e l’Ordine degli Psicologi della Calabria. L’impegno concreto delle istituzioni a supportare famiglie, minori e cittadini in difficoltà deve essere sancito da una legge che abbia come obiettivo il contrasto delle situazioni di marginalità sociale, pregiudizio e emergenza, attraverso la creazione di servizi di supporto psicologico. Il fine ultimo è migliorare la qualità delle relazioni sociali nei vari contesti di vita quotidiana: dalle case alle scuole, fino ad altri luoghi di interesse sociale. Chiederemo, quindi, di ascoltare Anci e Ordine degli Psicologi in Terza Commissione, perché la collaborazione istituzionale ha come priorità la tutela dei diritti della collettività, e l’introduzione della figura dello psicologo di base non è solo una necessità sanitaria, ma un’opportunità per creare una rete di supporto territoriale vicina ai cittadini. Un intervento che si inserisce in un contesto normativo nazionale che, grazie alla legge n. 833 del 1978, sancisce il diritto alla salute come diritto fondamentale, comprendendo anche il benessere psicologico come parte integrante della salute”.
“La proposta di legge sulla psicologia di base ha già dimostrato la sua efficacia in alcune Regioni italiane, dove è stata avviata l’implementazione di questi servizi. I primi dati indicano un miglioramento significativo della sintomatologia psicologica tra i pazienti che hanno accesso a questo tipo di supporto, con una riduzione dei disturbi ansiosi e depressivi e un aumento generale del benessere. Questa proposta legislativa è una misura di civiltà che i calabresi meritano”, conclude Amalia Bruni.