Turni massacranti, ferie e permessi negati anche per la morte di un genitore. Si arricchisce di particolari la vicenda che ha portato all’arresto dell’imprenditore Paolo Paoletti, titolare di diversi supermercati di Montepaone, Soverato e Chiaravalle. La procura di Catanzaro nell’inchiesta Ergon ha fatto luce su un modus operandi di quella che definisce “un’organizzazione criminale volta al reclutamento ed allo sfruttamento di manodopera a basso costo da impiegare nei supermercati del gruppo”. Paghe di 4 euro l’ora a fronte di una prestazione di attività lavorativa di oltre 50 ore a settimana. Nelle pagine dell’inchiesta scorrono i diritti negati a circa 60 lavoratori (tante le parti offese) di cui solo 2 hanno avuto il coraggio di denunciare. Ai dipendenti della catena sarebbero state imposte condizioni di lavoro degradanti, che prendono forma nell’obbligo di restituire in contanti parte della retribuzione, nella riduzione delle ferie a solo due settimane l’anno, nella costrizione a denunciare come incidenti domestici quelli avvenuti all’interno dell’ambiente lavorativo. A colpire, sono i capi di imputazione sollevati per un modus operandi che potrebbe non essere l’unico a realizzarsi nel basso Ionio dove, dopo l’arresto dell’imprenditore, sarebbero in molti a giurare che molte altre realtà lavorative sarebbero caratterizzate dalle medesime condizioni di lavoro. A essere contestati sono l’associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, le estorsioni e i reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Quanto basta per mettere in allarme i furbetti del commercio, in un territorio in cui non sarebbe una novità “l’usanza” di far figurare il pagamento di stipendi in linea con i contratti nazionali per poi costringere i lavoratori a “restituire” parte del compenso. Ecco perché i controlli potrebbero allargarsi ad altre realtà del territorio, in cui i lavoratori sembrerebbero propensi a denunciare le medesime condizioni di sfruttamento nella provincia di Catanzaro, in cui facendo leva sulla poca offerta di lavoro si costringerebbe altro personale ad accettare condizioni di lavoro sfavorevoli.


