L’atmosfera è di quelle che rimangono impresse nei ricordi, con un artista che veste di semplicità un viaggio lungo oltre 40 anni attraverso i successi che hanno segnato la storia della musica italiana.
Fabio Concato approda a Soverato con la sua ironia, capace di azzerare le distanze. Il suo pubblico diventa parte dello spettacolo, e viene guidato all’interno di un lungo viaggio in cui la denuncia contro streotipi e luoghi comuni non ha bisogno di essere urlata e la classe di essere ostentata.
C’è poesia, c’è ilarità, c’è eleganza e quotidianità all’interno delle storie messe in musica dall’artista milanese che duetta con i suoi spettatori e coinvolge anche quelli “abusivi”, che dai balconi illuminano i telefonini per una scenografia che arricchisce lo spettacolo soveratese con cui il Festival d’Autunno avvia la sua XXI edizione. Un’anteprima estiva che <<continuerà il 22 agosto – spiega il direttore artistico Antonietta Santacroce- con la comicità dissacrante di Uccio De Santis che arriverà a Soverato con il suo spettacolo “Non so che fare prima” che nella scorsa stagione ha registrato il tutto esaurito nei maggiori teatri d’Italia e il 24 con una produzione del Festival, “Taragnawa – Moroccan tarantella” un concerto in cui si mescoleranno la tarantella e la musica tradizionale della popolazione africana degli Gnawa in programma all’interno della Grangia di Montauro. Dopo queste anteprime il Festival riprenderà il 3 ottobre fino al 3 novembre: in queste settimane il centro storico di Catanzaro diventerà il palcoscenico della rassegna vera e propria con ben 6 fine settimana tematici che presenteranno tra gli altri spettacoli, anteprime, prime nazionali e produzioni originali del Festival».
Un festival che sceglie di toccare, nella sua prima serata, le corde più intime del pubblico con un artista che ripropone i suoi più grandi successi accompagnato da Ornella D’Urbano, al pianoforte e alle tastiere – suoi anche gli arrangiamenti -, Gabriele Palazzi Rossi alla batteria, Stefano Casali al basso, Larry Tomassini alle chitarre.
Concato si concede con generosità intonando con la sua voce inconfondibile “Domenica bestiale”, Mi innamoro davvero”, “Fiore di Maggio”, “Guido Piano”, “Gigi” il brano dedicato al padre jazzista che lo ha fatto innamorare della musica e “051/222525”, il brano scritto per Telefono Azzurro. Le note delle sua canzoni documentano una quotidianità in cui l’evocazione di ricordi nostalgici si alterna alla denuncia degli stereotipi e dei limiti della società attuale, fornendo la chiave per approdare a scenari alternativi che lui costruisce reinventandosi volta per volta .