“Aspirante regista che non vuole restare aspirante”. Così si definiva Elly Schlein prima di diventare segretaria del PD. Ora, dal palco del Magna Graecia Film Festival, prova a dirigere l’opposizione. Tra un intervento e l’altro, lancia una proposta semplice ma non per questo facile da realizzare: un’agenzia pubblica per l’Audiovisivo. Uno strumento per sostenere chi il cinema lo fa davvero, e non solo chi lo usa per tagliarsi nastri, distribuire bonus o premiare amici degli amici.
“Il cinema merita un rilancio”, ha affermato con forza. L’obiettivo è semplice quanto ambizioso: mettere in condizione i talenti di fare il loro lavoro e meravigliare le persone”.
A mancare in Italia, spiega dal palco soveratese la leader del Pd sono le riforme strutturali. “I ritardi – spiega – hanno inciso direttamente sulla produttività dei set e sulla stabilità degli operatori del settore. Il risultato è un sistema che non riesce a valorizzare i professionisti e perde competenze ogni anno”.
Dal Cinema alla Politica internazionale passando dal set al palcoscenico europeo, Schlein parla da ex eurodeputata. E non la manda a dire: “Quello che è stato raggiunto è una resa alle imposizioni di Trump”. E non è colpa degli americani, ma dei governi europei, incapaci di parlare con una voce sola.” Uno scacco per l’Europa, che a suo avviso, si è trovata impreparata a causa delle divisioni tra governi nazionali.
L’Attacco al Governo sulla sanità e i diritti
Schlein elenca le priorità su cui costruire l’alternativa al governo Meloni. Cinque i pilastri:
- Difesa della sanità pubblica contro le privatizzazioni, con particolare attenzione alla Calabria, “dove si registra la più alta mortalità infantile e un’aspettativa di vita di 4-5 anni inferiore rispetto ad altre regioni”.
- Tutela della scuola pubblica, colpita da tagli sistematici.
- Lavoro dignitoso, come fondamento della giustizia sociale.
- Politiche industriali ed energetiche, con una critica al costo delle bollette tra i più alti d’Europa e all’assenza di una volontà politica nel tassare gli extraprofitti.
- Diritti sociali e civili, tra cui diritto alla casa, cittadinanza e il riconoscimento di tutte le famiglie, superando l’idea di “famiglia tradizionale come unico modello”.
In particolare, ha insistito sulla necessità di investire nell’infanzia per ridurre le disuguaglianze di partenza: “Dove mancano i nidi, il carico resta sulle spalle delle donne. Vogliamo un’Italia in cui la maternità non sia una penalizzazione”.
Medio Oriente, Premierato e Multilateralismo
Schlein non ha risparmiato critiche nemmeno sulla politica estera. “Se fossi stata il capo del governo avrei riconosciuto lo Stato di Palestina. È un passaggio necessario per dare un contributo a un processo di pace interrotto. Netanyahu guida il primo governo che nega esplicitamente l’esistenza dello Stato palestinese: servono cessate il fuoco immediato e stop alla cooperazione militare”.
La leader del PD ha ricordato la mozione presentata in Parlamento per chiedere la liberazione degli ostaggi, l’invio di aiuti umanitari e l’embargo delle armi verso Israele. Ha accusato le destre europee e americane di voler “delegittimare le corti internazionali” e di “sostituire il diritto con la legge del più forte.
Sanità, scuola e bugie strutturali
Tornando in Calabria, Schlein affonda sulla sanità: “La Calabria ha la più alta mortalità infantile e un’aspettativa di vita inferiore di 4-5 anni rispetto ad altre regioni”. Ma il problema, dice, non è Occhiuto in sé (presidente di centrodestra), è il governo “del suo stesso colore” che definanzia il sistema sanitario pubblico mentre gioca a Risiko con le autonomie.
Stessa musica per la scuola pubblica tagliata a colpi di riforme e per il lavoro, dove le bollette restano tra le più alte d’Europa e gli extraprofitti non si toccano.
Centro-sinistra e candidati locali
E sulle elezioni locali? Schlein, diplomaticamente, non scopre le carte: “Prima si delimita il perimetro del cantiere, poi si sceglie il capomastro”.
Nel frattempo, in Veneto è riuscita a costruire una coalizione “che non si vedeva da 15 anni”. Ma le altre regioni restano un work in progress, dove la sinistra continua a parlarsi addosso mentre la destra governa indisturbata. “Si parla delle nostre divisioni- ma non di quelle degli altri conclude Schlein- dall’altra parte non sanno neppure che candidato scegliere”.




