E’ arrivato al capolinea “La Forza delle Parole”, l’ambizioso progetto portato avanti dall’associazione Cam Gaia, con sede legale a Catanzaro, che ha fornito durante l’evento conclusivo, il bilancio del lavoro svolto a supporto delle vittime di reato, sostenute a 360 gradi nei loro vissuti emozionali e materiali con l’attivazione gratuita di punti di ascolto per un incontro diretto con le vittime, fornendo assistenza legale e psicologica.
Un progetto, realizzato con il contributo del Dipartimento per gli Affari di Giustizia- Ministero di Giustizia, affidato dalla Regione Calabria, che si è avvalso della collaborazione del Centro Giustizia minorile della Calabria, del Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria della Calabria, e dell’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna della Calabria, formato da un’equipe specializzata, che ha consentito di offrire alle vittime, informazioni e assistenza sui loro diritti, sui servizi specialistici di settore, consigli finanziari, un gruppo qualificato presente, prima, durante la denuncia-querela e per un congruo periodo di tempo dopo il procedimento penale. A moderare l’incontro la presidente dell’associazione Cam Gaia Alessandra Mercantini, che ha presentato un parterre di eccezione del mondo istituzionale e professionale, presente, via web, al tavolo dei lavori e che ha contribuito a realizzare il progetto, ciascuno secondo le proprie specializzazioni, a partire da Maria Scalzo, referente del progetto nella Regione Calabria, Valeria Cavalletti dirigente del Centro giustizia minorile della Calabria, Rocco Scicchitano dell’UipeCalabria, la vicepresidente di Cam Gaia Maria Assunta Bonannoinsieme alla squadra dell’associazione “La Forze delle Parole” Elvira Petrosillo, Nunzia Procida, Lidia Bauckeneth, Sara Barbuto. E ancora Tindara Avellino, assistente sociale UssmCatanzaro, Sergio Gaglianese, referente sociale “la Tazzina della Legalità”, Stefania Figliuzzi, referente per l’associazione“Attivamente Coinvolte”, Valentina Fusca referente per l’associazione “Valentia” nonché assessore del Comune di Ionadi e Isabella Mastropasqua già dirigente del Centro giustizia minorile della Calabria.
Ad entrare nel vivo dei risultati conseguiti con “la Forza delle Parole” la sociologa Bonanno, che ha tracciato i dati finali del progetto che si è concretizzato con l’apertura di tre sportelli a Vibo, Cosenza e Crotone, che ha consentito di seguire da vicino le vittime di reato al di là del contatto telefonico, lavorando in stretta sinergia con il Centro servizi volontariato e la cooperativa Kroton Community, con webinar informativi, attività con le scuole, utilizzando ogni forma di comunicazione, social inclusi, perchè nessuna vittima di reato potesse mai sentire sola. “Per quanto riguarda la tipologia di utenti – ha affermato la vice presidente dell’associazione Cam Gaia- abbiamo seguito vittime di reato per l’80% maggiorenni e per il 20 minorenni, prevalentemente donne e di nazionalità italiana. Le persone che si sono rivolte a noi hanno subito conflitti di vicinato, familiari, scolastici, diffamazioni, furti e danneggiamenti. Le casistiche riportate dal Sole24ore ci parlano di vittime che hanno fatto i conti con minacce, incendi, tentati omicidi, cercheremo di raggiungere e aiutare anche queste persone, ampliando il raggio di azione. Siamo riusciti a creare, con i partner, una rete, dal Cvs, dagli enti del Terzo settore, che ci ha permesso di realizzare un progetto complesso, aiutati anche dal Comune di Ionadi, abbiamo coinvolto altri Comuni come quello di Catanzaro, ma nonostante le varie interlocuzioni non si è mai arrivati ad una conclusione per problemi burocratici”. L’assessore di Ionadi Fusca ha garantito che il progetto non finisce qui, assicurando l’apertura di un quarto sportello e di uno ulteriore, itinerante, “presidi di legalità”. Un’idea sposata dalla presidente Mercantini che punta sull’ascolto attivo e sulla collaborazione: “nasciamo come equipe di mediazione itinerante, il mediatore va nel luogo dove è accaduto il fatto, lo sportello itinerante è lo strumento ideale per affrontare insieme con le vittime le loro storie dolorose”. Drammi, alcuni dei quali raccontati, nel corso dell’evento conclusivo dalla viva voce dall’avvocato mediatore Elvira Petrosillo, a cui sono state sottoposte vicende destabilizzanti derivanti da separazioni. “Spesso dopo un divorzio si resta incastrati in dinamiche difficili, si pensa che il divorzio sia un bene di lusso che implica l’allontanamento dai figli e grazie al progetto “La forza delle Parole” è stato possibile fornire informazioni realistiche per affrontare questo tipo di percorso. Penso al caso di una ragazza proveniente dalle favelas brasiliane che aveva subito da piccola abusi e mutilazioni indicibili, adottata all’età di 6 anni da una famiglia in Italia, non preparata ad accogliere una figlia con un vissuto drammatico. Un rapporto difficile con genitori adottivi, fatta di fughe, ma siamo riusciti a recuperare un dialogo tra genitori e figlia”.
Occhi puntati sulla sensibilizzazione e promozione della cultura del sostegno alle vittime di reato e l’associazione Gam Gaia su questo fronte ha ottenuto un riscontro notevole aiutando anche le famiglie dei detenuti, non tutelate, costrette a subire i pregiudizi della gente, etichettate e pagarne il prezzo più alto sono figli e mogli dei carcerati, che non riescono più a far fronte alle spese di mantenimento. Emblematico i casi di un figlio disabile, la cui mamma è stata edotta sui servizi offerti o del detenuto che non vedeva da due anni suo figlio e attraverso la mediazione è stato possibile attivare un dialogo, strumenti resi possibili attraverso il progetto “La Forza della Parole”, dall’associazione Cam Gaia.