Soverato: un atelier, una stilista, una truccatrice per un evento in cui la bellezza non ha sfilato in passerella ma si è seduta timida e fiera tra donne che hanno attraversato e attraversano ancora, il mare in tempesta della malattia e che provano, un gesto alla volta, a rimettersi addosso la propria pelle. Nell’iniziativa dell’associazione Angela Serra, organizzata all’interno dell’atelier di Azzurra Di Lorenzo, la moda per qualche ora ha smesso di essere vanità per tornare alla sua origine, divenendo cura. Così, in un sabato qualunque, nella cittadina ionica si crea un rifugio gentile, in cui la stoffa diventa carezza e il trucco un sorriso che si posa sulle cicatrici e non per nasconderle, ma per dire che la vita continua e sa ancora essere bella. L’iniziativa nasce da un’associazione che da anni accompagna con discrezione chi combatte il tumore. “Dalla cura al prendersi cura” è la sua missione, orientata non solo a combattere la malattia, ma a restituire dignità e identità a chi la affronta. Perché anche quando il corpo vacilla, la persona resta. E ha diritto a sentirsi viva, intera, bella. A donare un tocco di magia alla giornata è stata Maila Critelli, volontaria e make-up artist, che ha offerto una seduta di trucco alle partecipanti. “Non è solo un lavoro, racconta, è un modo per regalare un piccolo sorriso a chi ha dimenticato di vedersi allo specchio”. Durante l’incontro sono intervenute Antonella Mancuso, responsabile della sezione catanzarese dell’associazione e Rossella Nasso, autrice dell’opuscolo “Prevenire, marciare, restare”, che raccoglie le storie di chi ha scelto di curarsi in Calabria, affidandosi non solo ai medici ma anche alla propria terra. “È un invito a restare-, spiega Rossella Nasso- attraverso le storie di 4 donne in cammino in un percorso oncologico, donne che testimoniano vita, coraggio e resilienza”.
A illustrare le attività dell’associazione è intervenuta anche Antonella Mancuso, referente della sezione di Catanzaro. “La nostra presenza vuole essere leggera, dolce ma costante- spiega- ci occupiamo di prevenzione, ma anche di tutto ciò che viene dopo: attività motoria, gruppi di auto mutuo aiuto, incontri di ascolto, corsi di uncinetto. Ogni gesto serve a ricordare che la cura non finisce con la terapia”.


