Un vizio di notifica fa saltare l’udienza preliminare che avrebbe dovuto stabilire il rinvio a giudizio di Mario Gregoraci, padre della showgirl Elisabetta Gregoraci, accusato di maltrattamenti, lesioni personali e stalking ai danni dell’ex compagna, Rosita Gentile, 57 anni, di Soverato.
La causa del rinvio è un errore formale: l’avviso di conclusione delle indagini non è stato notificato correttamente al difensore dell’indagato, l’avvocato Ramona Gualtieri.
L’udienza di questa mattina, alla quale la parte offesa era presente si è dunque risolta in pochi minuti. L’atto torna ora alla Procura, che dovrà procedere a una nuova notifica. A quel punto, come previsto dalla legge, Gregoraci avrà 20 giorni per presentare memorie, chiedere di essere interrogato o depositare documenti a propria difesa prima che il pubblico ministero possa eventualmente formulare una nuova richiesta di rinvio a giudizio.
Le accuse
La vicenda giudiziaria ruota attorno a una presunta lunga stagione di violenze fisiche e psicologiche che la vittima avrebbe subito nel corso di un rapporto iniziato oltre dieci anni fa.
Secondo l’ipotesi accusatoria, Gregoraci avrebbe schiaffeggiato e colpito con pugni la donna, mortificandola e umiliandola con frasi denigratorie durante la convivenza e anche dopo la fine della relazione.
Alla donna sarebbe stato contestato un controllo costante: pedinamenti, inseguimenti in auto, minacce reiterate, fino a un presunto episodio in cui l’uomo avrebbe impugnato un coltello dicendole che non avrebbe avuto nulla da perdere e arrivando a minacciarla di morte.
Un quadro che, se confermato in giudizio, delineerebbe un contesto di gelosia ossessiva, conflittualità crescente e persecuzione, protrattosi, secondo la denuncia, dal 2012 al 2024 e tale da determinare nella vittima una condizione di forte ansia e timore per la propria incolumità.
Un rinvio tecnico, ma pesante
Il rinvio non riguarda il merito delle accuse, ma un profilo esclusivamente procedurale. Tuttavia, rappresenta comunque un passaggio significativo in un procedimento già complesso, costringendo le parti a un nuovo stop e all’attesa della riattivazione dell’iter.
Cosa succede ora
Una volta perfezionata la nuova notifica, l’indagato potrà esercitare nuovamente i propri diritti difensivi e il pubblico ministero potrà riproporre la richiesta di rinvio a giudizio.
Fino ad allora, nessuna decisione sul futuro processuale della vicenda potrà essere formalmente adottata.
Per la persona offesa, presente in aula, il procedimento registra quindi un’ulteriore attesa. Per l’imputato, si tratta di una sospensione garantista che riapre gli spazi difensivi previsti dalla legge.


