In una giornata in cui Soverato aveva bisogno di ricordare a se stessa e agli altri la parte migliore di sè, la buona notizia è arrivata e, come spesso accade, è passata dal cuore di uno dei suoi figli.
Il protagonista si chiama Alberto Brescia, soveratese “”doc”, partito anni fa per lavoro a Reggio Emilia, ma mai davvero lontano dalla sua terra. Era in vacanza nella sua città natale, sul suo mare, quando si è accorto che qualcosa non andava. All’interno di uno stabilimento balneare, un giovane aveva accusato un malore mentre era in acqua. I bagnanti non si erano ancora resi conto di nulla, ma lui sì e non ha esitato.
Si è lanciato in mare, ha raggiunto il ragazzo e lo ha accompagnato a riva, mantenendolo a galla e prestando le prime manovre di soccorso in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Pochi minuti, ma sufficienti a fare la differenza. Una volta a terra, è intervenuta la Capitaneria di Porto che ha affidato il giovane ai sanitari del 118, che hanno proseguito le cure e stabilizzato la situazione.
Una storia semplice, ma potente che non cerca eroi, ma li trova comunque e che dimostra che, accanto alle cronache fosche, esiste una Soverato che non si volta dall’altra parte, che non chiude gli occhi, che si sporca le mani o, come in questo caso, le bagna, ma sempre per aiutare.
Non è la prima volta ma oggi, nella giornata delle discoteche sequestrate e della madre denunciata per abbandono di minori, questa piccola grande storia risuona come un segnale importante. In un’estate in cui troppo spesso si è parlato di sballo, irresponsabilità e pericoli della movida, un gesto spontaneo ci ricorda che la vera identità soveratese è fatta di mani tese, di senso di comunità.
Nel gesto di Alberto c’era tutto: il coraggio, l’istinto, ma soprattutto l’umanità.
E in fondo è questa la cronaca che meritiamo.