Una storia che colpisce come un pugno allo stomaco la provincia di Catanzaro, teatro di violenze e abusi su due bambine che, all’epoca dei fatti, non avevano compiuto neppure 10 anni. “Condotte, violente e turpi”, sottolineano i magistrati della Procura di Catanzaro, realizzate da un uomo di 50 anni originario delle Preserre che ha agito senza esitazioni o scrupoli, nonostante la giovanissima età delle sue vittime; ostentando una spiccata spregiudicatezza nella perpetrazione degli abusi, commessi anche alla presenza di altri familiari. Quanto basta per richiedere la sua custodia cautelare in carcere, giustificata dal pericolo di recidivanza.
A ricostruire le tante ombre dietro una serie di abusi sessuali i carabinieri della compagnia di Soverato che hanno messo con le spalle al muro l’uomo che in qualità di amico di famiglia e, approfittando dell’occasione, ha costretto due bambine a subire in più occasioni violenze sessuali. Le aveva presentate come un gioco che però le due sorelline di 9 e 10 anni hanno riconosciuto subito come strano, ribellandosi alle richieste non gradite dell’uomo. Lui aveva organizzato tutto chiedendo a una di fare da palo mentre abusava dell’altra e non una volta, ma in un lasso di tempo che si è protratto per almeno una settimana, a volte anche mentre le piccole dormivano. A interrompere l’incubo la nonna delle bambine che, accorgendosi di un anomalo stato di turbamento di una delle nipoti aveva raccolto le sue confidenze, accompagnando subito le piccole dal medico di famiglia che ha poi riscontrato un’intensa infiammazione possibile da curare con l’uso di farmaci, probabilmente provocata dagli abusi, confermata anche da una ginecologa in servizio all’ospedale di Catanzaro.
Tasselli che hanno convinto gli inquirenti a considerare credibili le dichiarazioni delle minorenni descritte come
“chiare, precise, lineari e circostanziate, oltre che estrinsecamente attendibili, in quanto corroborate dalle altre e numerose emergenze investigative e le dichiarazioni dei familiari, che convergono anche nel punto di collocazione temporale delle condotte”. Tutti elementi che hanno consentito ai magistrati di escludere che i fatti narrati dalle due bambine potessero essere frutto di fantasia o di immaginazione e di escludere parimenti possibili intenti calunniosi in assenza di motivi alternativi per i quali le bambine avrebbero dovuto accusare falsamente l’indagato. Per il 50enne l’accusa è di aver compiuto atti sessuali su minorenni con l’aggravante di aver condotto le due minori, una per volta, all’interno di una camera sfuggendo così alla sfera di vigilanza della nonna, isolandole e privandole di ogni possibilità di reciproco aiuto.